Modigliani e l’École de Paris – dal 21Giugno al 24 Novembre 2013 presso la Fondazione Gianadda a Martigny

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Il 21 Giugno in Svizzera e’ stata inaugurata la mostra “Modigliani e l’École de Paris”.
Promessa mantenuta da parte della Fondazion,che aveva annunciato diversi mesi fa una mostra su Amedeo Modigliani.Partner eccellente di questa esposizione,le Centre Pompidou di Parigi che arricchisce l’esposizione con opere provenienti dalle sue meravigliose collezioni.
Il Fulcro della mostra,che chiudera’ nel mese di Novembre,sono sono le opere dell’Artista Livornese ma e’ben rappresentata l’Avanguardia di quel periodo storico con Matisse, Derain, Chagall, Zadkinee e numerosi altri artisti dell’École de Paris…..

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Negli ultimi decenni del XIX secolo, l’insegnamento delle scuole di Belle arti non trova più grandi riscontri. La campagna e i boschi attorno alla capitale francese sono celebrate da pittori appassionati della luce e della pittura en plein air: gli impressionisti. Questo movimento apre le porte alle rivoluzioni artistiche che seguiranno. A partire dall’inizio del XX secolo, Parigi diviene una vera calamita, un faro, e attira gli artisti da tutte le parti del mondo. I musei sono apprezzati, l’architettura della città è piacevole, vi si respira un’aria di libertà e la gioia di vivere. Tutti questi elementi contribuiscono alla fioritura dell’arte. Parigi diviene un foyer artistico con poli di attrazione particolari come Montmartre, ben presto soppiantato da Montparnasse. Infatti dal 1900 alla prima guerra mondiale questi quartieri vedono affluire artisti, in particolare stranieri, molti dei quali provenienti dall’Europa dell’est. Da sempre ad uso contadino, le stalle e i depositi si trasformano in atelier per i pittori. I bar prendono piede e questi esuli si ritrovano al Dôme e alla Rotonde per confrontarsi sulla loro passione per l’arte e anche sulla miseria in cui vivono. Con il conflitto mondiale del 1914, i legami si spezzano bruscamente. Gli artisti francesi, italiani e tedeschi sono mobilitati, alcuni non torneranno più. Ma, finita la guerra, una fauna sempre più cosmopolita di artisti e di fêtards (festaioli) si ritrova: Pascin, Soutine, Foujita, Van Dongen, Derain, Modigliani,… Montparnasse diventa un vero crogiuolo dell’arte. L’apporto di tutti questi pittori stranieri, spesso ebrei, è innegabile nell’evoluzione dell’arte che trasforma Montparnasse nella “Babele dell’arte”. È nel 1925 che André Warnod, giornalista di Figaro, usa per la prima volta l’espressione “École de Paris” per designare gli artisti di Montmartre e di Montparnasse. Questa “École de Paris” non fa riferimento ad alcuna scuola, ma riunisce i pittori e gli scultori che hanno contribuito a fare di Parigi un luogo di grande creatività artistica e una capitale internazionale dell’avanguardia.

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Nel 1906 Modigliani incontra lo scultore Brancusi soprannominato”il pastore dei Carpazi” con cui instaura una solida amicizia. Insieme alla cité Falguière, essi ricorrono al taglio diretto, di cui è buona testimonianza in mostra la Tête de Femme, in pietra del 1912. Con riferimento alle maschere africane, lontano dal modello di Rodin, Modiglianiaccentua i tratti verticali con una linea del naso esageratamente allungata, una bocca inesistente, risolutamente chiusa, il tutto evoca una effigie ieratica persa nella contemplazione. Ma Modiglianiè anche quell’artista molto personale, lontano dalle turbolenze dei movimenti d’avanguardia, che si dedica soprattutto a dipingere dei ritratti con la testa inclinata, l’espressione malinconica, con un atteggiamento gotico che rimanda a Botticelli.
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La mostra è curata da Catherine Grenier, directrice-adjointe del Centre Pompidou, e il catalogo riproduce a colori tutte le opere esposte.
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http://www.gianadda.ch/wq_pages/fr/expositions/